Torino, 28 ottobre 2025 – La fine dell’avventura di Igor Tudor sulla panchina della Juventus è stata segnata da un clima interno sempre più teso, esploso dopo la sconfitta di domenica contro il Cagliari in Serie A. Nonostante i messaggi pubblici di stima da parte di Bremer, Perin e Yildiz, il rapporto tra l’allenatore e una parte dello spogliatoio era ormai compromesso.
Con diversi giocatori, soprattutto italiani, Tudor non è mai riuscito a instaurare un vero feeling, e questa mancanza di sintonia ha finito per indebolire la sua leadership. Alcuni, come Vlahović, hanno continuato a impegnarsi fino alla fine, ma la distanza tra tecnico e gruppo era diventata evidente.
A complicare ulteriormente la situazione ci sarebbero state anche divergenze con la dirigenza, in particolare con il direttore Comolli, oltre a scelte di mercato ritenute poco efficaci: la conferma di Kolo, l’assenza di rinforzi a centrocampo e il rendimento deludente dei nuovi arrivi hanno alimentato la frustrazione.
Alla fine, la sensazione di un clima disunito e senza fiducia ha reso inevitabile la decisione della società: l’esonero di Tudor, arrivato poche ore dopo il ko di Cagliari, era solo questione di tempo.

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